Unità Pastorale Padre Misericordioso

parrocchie di Coviolo, Preziosissimo Sangue, Sacro Cuore – Reggio Emilia

Testimonianza: Accoglienza invernale alla canonica di Coviolo

21 maggio 2016

Stasera con una pizza e un gelato ci siamo congedati dalla famiglia Jelassi e da Elisa. Per me un gran “ magone” , anche se ci rivedremo fra due giorni, nella nuova organizzazione , ma era siglare la fine di un’esperienza. Amel piangeva dietro ad Elisa ed io non volevo salutare, chiudere… Alla fine ci siamo tutti abbracciati , sicuri che la nostra amicizia resterà per sempre, confidando nel Signore. Ecco è proprio questo che abbiamo scoperto di avere in comune: la fiducia in Dio, il cercare ogni giorno di affidarci a lui ( nonostante le mie organizzazioni…). Mohamed ci ha detto : mi mancherà la vostra preghiera del mattino, il vostro canto mentre scendevo le scale per portare a scuola i ragazzi. Anche a noi mancherà il loro rigore ai 5 momenti di preghiera, anche se si stava mangiando o parlando, la preghiera veniva prima di tutto.

Mi ha fatto piacere , stasera, sentire che anche l’amica del cuore di Amel, in Francia, aveva trovato lavoro come lei per le pulizie nelle case. Forse anche per loro inizia un nuovo periodo, in cui anche le donne devono lavorare, perché il lavoro degli uomini non è sicuro e sicuramente non sarà facile trovare un nuovo equilibrio familiare, ma il vivere insieme, forse ha dato la possibilità ad Amel di sperimentare che è possibile . Poi chiaramente ogni famiglia trova il SUO  equilibrio, ma il confronto arricchisce sempre.

Che dire di questa esperienza? Abbiamo detto di sì a don Davide, che ci ha chiesto di vivere in canonica i 3 mesi dell’accoglienza freddo, dal 27 dicembre al 31 marzo ( poi per problemi logistici siamo arrivati ad oggi ).

Una settimana fa , a cena, abbiamo ricordato il primo incontro: loro erano spaventatissimi, venivano da 3 mesi in 5 in una camera di albergo… Noi non sapevamo niente della famiglia con cui avremmo dovuto convivere. Ci hanno detto che , appena siamo entrati alla Caritas di via Adua, si sono guardati in faccia e si sono detti :” sembra brava gente…” forse per farsi coraggio ad affrontare una nuova situazione… Noi eravamo molto convinti della scelta, ma un po’ timorosi di avere gente in casa che non sapeva cosa fare, senza lavoro. Mohamed, molto religioso, andava sempre alla moschea a pregare e invocava Dio che lo aiutasse. Abbiamo capito subito che era necessario sostenerli in un cambiamento radicale : spostare l’investimento lavorativo su Amel, 40 anni , brava madre e donna di casa, ma con una scarsa padronanza della lingua italiana, piuttosto che su Mohamed, muratore, 51 anni , con buona conoscenza della lingua italiana.

Amel ha subito iniziato il corso di Italiano al CEIS 4 ore alla settimana, poi faceva i compiti con sua figlia a casa . Inoltre due volte alla settimana frequentava il corso x PULIZIE , da cui ha avuto l’attestato con riconoscimento  di elevata competenza. Ha quindi iniziato anche quello per badanti, che ha dovuto poi interrompere , proprio nella parte finale , in quanto ha iniziato a lavorare. Attualmente riesce ad arrivare a uno stipendio di 450 euro, con un contratto a tempo indeterminato di 12 ore ,più uno di 4 ore per badante, che hanno permesso alla famiglia di entrare nella lista di attesa per le case popolari.

In questi 5 mesi con  Elisa, e 1-2 signore di Coviolo che si aggiungevano, abbiamo sempre recitato mattutino, Lodi e la Lectio ogni mattina. E’ stato molto bello e meno faticoso , rispetto a quando dobbiamo prendere l’auto e spostarci di 5 Km… Pregavamo per tutta l’unità pastorale e per i bisogni dei singoli. Anche a tavola, recitavamo una preghiera sia noi che Mohamed o un altro componente della famiglia e lui , alla fine, diceva sempre: la nostra preghiera è poi uguale alla vostra , ringraziamo e chiediamo benedizione…

A cena abbiamo spesso invitato delle famiglie della parrocchia e all’inizio i nostri amici erano un po’ titubanti, poi abbiamo spiegato loro che era importante che tutti cercassimo il modo di aiutarli, per cui alla fine erano loro a voler fare gli inviti….

Dopo la messa, mentre noi donne preparavamo la cena, Adler giocava a pallavolo con i ragazzi. Una volta ha coinvolto anche Amel ed era molto brava. Una sera a cena le abbiamo chiesto : cos’è la cosa che ti piacerebbe di più fare? E lei: giocare a calcetto! Proprio non ce l’aspettavamo da una donna mussulmana…

Bouchra, la più piccola , soprannominata “radio” perché non tace mai, è stata il perno delle relazioni che dovevano affrontare i suoi genitori e fratelli. Accoglieva tutti , fin dai primi giorni, con sorrisi e occhi curiosi, diceva il suo nome , aiutava gli ospiti a ripeterlo e faceva gli onori di casa… Era un po’ triste di andare ad abitare in un appartamento del centro di 40mq, soprattutto perché non poteva più fare le ruote nel parco e poi anche per gli amici che si era creata. Anche agli altri pesava il dover cambiare, ma capivano che era l’inizio di un nuovo periodo che speravano li portasse a una nuova indipendenza.

Noi i primi gg non riuscivamo più a dormire nel nostro letto, non lo riconoscevamo più! E’ stato un po’ difficile ritornare alla nostra routine …

Adler e Luisa

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Accoglienza Coviolo

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